Il post di oggi è dedicato a uno degli shooting che ho amato di più nel 2016.
Quello che ormai volge al termine, è stato un anno bellissimo, in cui ho accumulato tante nuove e importanti esperienze e realizzato foto di cui vado davvero orgogliosa. Questo servizio rientra senza dubbio tra quelli che mi hanno reso più contenta.
Forse perchè ero nel posto che amo di più nella mia isola, forse perchè tutto è andato bene dall’inizio alla fine, forse perchè la protagonista delle immagini è una delle scoperte più recenti e fortunate che abbia fatto, forse perchè col tempo ho imparato a circondarmi di persone con cui mi trovo bene non solo a livello lavorativo, ma soprattutto umano.
Inutile negarlo, la tensione mi accompagna costantemente, ci convivo ormai ogni volta che devo ottenere, che voglio ottenere, risultati che mi soddisfino. Era la seconda volta che lavoravo con i bellissimi outfit di Philosophy, non appena il lavoro mi è stato commissionato e mi sono stati mostrati gli abiti, da subito ho visualizzato quello che avrei voluto creare. Una volta ottenuta l’approvazione su mood, location, modella, ho organizzato tutto per la prima domenica di Dicembre.
Roberta (che ha colto perfettamente il senso del lavoro, il mood e le esigenze richieste dal servizio, realizzando un make up semplicemente perfetto) e Angelica (già mia musa in un precedente servizio) mi hanno raggiunto nel profondo Sulcis, dove io vivo e dove ho deciso di ambientare le fotografie. Il pomeriggio era soleggiato ma soffiavano almeno dieci nodi di maestrale, di quello pungente, di quello che il sole del pomeriggio non basta a scacciarlo e scaldarti un po’. Angelica doveva indossare tre outfit diversi che, per quanto appartenenti alla collezione invernale, non hanno tenuto lontano il vento che, in quel campo immortalato in tante cartoline e fotografie, piega addirittura le querce. Mi dispiaceva vederla a tratti infreddolita, ma nonostante tutto è stata fantastica, professionale ed espressiva, paziente e pronta.
Anche questa volta ha scritto per me le sue impressioni sull’esperienza che abbiamo vissuto insieme e non posso fare a meno, dietro suo consenso, di mostrarvi il suo scritto, il suo talento… Clicca qui per leggerlo.
Grazie quindi alle fantastiche Roberta e Angelica, per avermi permesso di raccogliere queste immagini che adoro, per la vostra dolcezza e professionalità.
Buon 2017 a tutti voi!
Model: Angelica Grivel
Make up/hair styling: Roberta Masia
Outfit: Philosophy di Lorenzo Serafini
Quanto sono contenta e fortunata di avere la fotografia nella mia vita, quanto sono fiera di me per il fatto di aver raccolto tutte queste immagini, ricordi di momenti certamente indelebili ma avere la foto che supporta le visioni già presenti per sempre nella mente e nel cuore, per me non smetterà mai di essere un dono prezioso. Ci sono stati momenti durante il viaggio in cui ho perso quasi la pazienza, in cui usare la macchina fotografica ha significato doversi prendere cura della borsa tutto il giorno, aprirla e chiuderla dopo aver preso la reflex per fare magari anche solo due foto. Durante le giornate passate in navigazione tra le isole ho dovuto maneggiarla con le mani un po’ bagnate o unte di crema solare, soffiare via qualche granello di sabbia dal corpo macchina e osservare con attenzione e sensi di colpa la lente dell’obiettivo un po’ sporca. Ho pensato non fosse il caso di usarla in certi momenti, ma non riuscivo a trattenermi. E ora penso ne sia valsa assolutamente la pena.
Il sole cocente, gli schizzi delle onde che sbattono sulla barca e la pelle sempre più nera sulle spalle, il vento caldo, avvolgente e sensuale, la voglia di vivere ogni istante fino in fondo, riempirsi gli occhi di quei colori e guardarli ancora e ancora per imprimerli bene nella mente, i colori del mare così nettamente distinti tra loro in quelle linee di confine tra il blu chiaro e il blu scuro, le voci intorno di lingue straniere, gli occhiali sporchi di salsedine, l’acqua della bottiglia ormai tiepida e ancora il caldo e il sole che batte senza sosta, la sabbia bianca che abbaglia così tanto che senza occhiali da sole è difficile guardare. Il vento ha increspato la superficie del mare ogni singolo giorno e un po’ mi dispiaceva non poter godere della visione di un mare completamente piatto. Ma adesso il pensiero di quel vento caldo mi fa sognare di ritrovarmi proprio lì, in mezzo alla spiaggia deserta con i capelli che ondeggiano e i granelli di sabbia che volano attorno. L’energia che ha sprigionato la sento ancora sulla pelle.
La bellezza che si presentava senza alcun filtro, non lasciava spazio a molte parole. Davanti a quei panorami, a quel mare caldo e dai colori innaturali, l’unica cosa che si poteva fare era tuffarsi. Ho ringraziato tante volte sottovoce durante il viaggio, ma mai mi sarei aspettata di ringraziare anche dei pesci. E invece così è stato. Mi nuotavano attorno sfiorandomi continuamente, era un valzer di colori e di allegria, il grazie attraverso il boccaglio è venuto da sè.
Le foto che ho fatto non possono descrivere la sfrontata bellezza che riempiva gli occhi onda dopo onda. Ma come una bambina non riuscivo a trattenermi in nessun modo dal provare a rubare un po’ di quella magica combinazione caleidoscopica di colori e sfumature, di riflessi e trasparenze cristalline.
Abbiamo visitato quattro isole quel giorno e trascorso una notte a Phi Phi Island. La mattina seguente salivamo sul traghetto che ci avrebbe portato verso l’ultima tappa: Phuket.