Era da parecchio tempo che ormai non scattavo foto per progetti personali. Anche se amo realizzare immagini che rispondono alle esigenze lavorative richieste dal set, ritrovarmi faccia a faccia con una modella e condividere con lei soltanto l’ispirazione del momento, continua ad essere uno dei momenti più rilassanti e allo stesso tempo emozionanti della mia passione fotografica.
Così, quel venerdì mattina, dopo aver rovistato nei cassetti di mia sorella (insegnante di danza orientale e per qualche tempo alunna di danza classica) e riempito il mio zaino di collant, top, scalda-muscoli e gonnellini, mi sono diretta verso una delle scuole di danza più importanti e rinomate di Cagliari, che io stessa ho frequentato per qualche anno.
Ho sempre subito il fascino delle aule di danza e la scuola Assunta Pittaluga, è la classica scuola in cui si respira l’atmosfera di serietà e impegno che caratterizzano le discipline artistiche. Si viene travolti dall’energia di cui è carica, dai sogni e dalla fatica che da anni animano le sue classi, i suoi corridoi, gli spogliatoi.
Ci è stata messa a disposizione la sala più bella, quella che da tempo immaginavo come set per delle foto che ho rimandato per troppo tempo.
Io e Bianca abbiamo camminato scalze su quel meraviglioso parquet e lavorato per le due ore concesse accompagnate dalla musica del pianoforte proveniente dalla classe al piano superiore, e dal tamburellare delle punte indossate dalle ragazze che eseguivano i passi durante la lezione.
Questa serie spero sia soltanto la prima di quelle che mi piacerebbe ambientare nelle scuole di danza.
Ringrazio davvero di cuore Alberto della scuola Assunta Pittaluga per la cordialità e disponibilità, Bianca per la sua voglia di mettersi in gioco e mia sorella Rebecca, per vari piccoli consigli e per avermi prestato alcuni affezionatissimi cimeli di danza.
Il 13 Marzo alle 23:30 circa, una notifica mi segnala un messaggio di Cristiana. “Spero tu sia sveglia per poter approfittare dei prezzi dei biglietti Cagliari-Parigi che ci sono adesso sul sito”. Lei ancora non sapeva che non avrebbe potuto trovare un momento migliore e più opportuno per mandarmi quel messaggio. La tempistica è stata talmente perfetta che non ho potuto rifiutare il suo invito, quindi ho fatto il biglietto per 5 giorni, senza pensarci due volte, senza esitazione. Ho inserito tutti i dati, completato tutti i campi fino alla conferma della prenotazione. Il 29 Aprile mi sembrava una data lontanissima, sapevo che mi separavano da quel giorno settimane impegnative e così è stato.
Ci siamo incontrate a Porte Maillot, faceva freddo e soffiava un po’ di maestrale e anche se ci eravamo viste una decina di giorni prima in Sardegna, riabbracciarci a Parigi è stato emozionante. Avevamo entrambe voglia di fare tantissime cose, però per me, stare insieme dove insieme non eravamo ancora state, condividere una nuova esperienza, era già il viaggio. Abbiamo trascorso la prima sera a casa, tra chiacchiere e sushi, musica e tisane. La mattina successiva pioveva quindi abbiamo cercato riparo nei negozi degli Champs-Elysée e passato qualche ora a misurare vestiti.
Ho avuto da subito la forte sensazione di “essere a casa”. Fino a quel momento non avevo mai provato niente del genere nei miei precedenti viaggi, ma mentre camminavo sui pavimenti bagnati delle strade di Parigi, accanto a Cristiana, mi sono accorta che era come se io e lei ci fossimo sempre trovate a farlo. Le ho detto che era la prima volta che sentivo una cosa simile e lei mi ha risposto “Si, è vero, non sembra nemmeno di essere a Parigi!”.
Nonostante facessimo tutto senza fretta e non avessimo niente di programmato, siamo state in tantissimi posti e trovato il tempo di fare qualche foto per lavoro.
La città era meravigliosa come sempre e viverla con una persona altrettanto meravigliosa è stato più bello che mai. Ma i nostri discorsi, i nostri silenzi, le nostre risate sono state la parte migliore di quei cinque giorni.
Finalmente ora capisco il significato di una frase che mi capita di leggere spesso:
Home is not a place, it’s a feeling.
Grazie Cri.
Il 29 Aprile sono partita a Parigi per trascorrere 5 giorni con una delle mie migliori amiche che vive lì da quasi un anno. Sapevamo entrambe come sarebbe andata, da amanti della fotografia abbiamo immaginato da subito che ci saremo ritrovate a scattare foto, parecchie foto! Ho unito quindi l’utile al dilettevole e deciso di approfittare di qualche cornice da sogno, che sapevo avrei trovato senza alcuna difficoltà, per delle foto che avevo in programma. Così, quando una mattina il sole ha deciso di far risplendere Parigi in tutta la sua bellezza, siamo andate a Notre-Dame, alla ricerca di un angolo fiorito del cortile che la circonda. Nonostante ci fossero poco più di 10 gradi e parecchia gente attorno a noi, non ci siamo perse d’animo e cominciato a lavorare come se fossimo da sole.
Cristiana è stata come sempre una modella impeccabile. Le sono grata per prestarsi con tanta serietà al mio obiettivo, riconoscendo l’importanza di quello che faccio. Avevo già parlato di lei e di quanto sia speciale, ma è sempre capace di sorprendermi con il suo carattere. Quando ti confronti con lei hai la certezza che nessuna delle tue parole verrà sottovaluta, le tue frasi, i tuoi pensieri vengono accolti da una mente delicata, da un’intelligenza sorprendente, da un cuore saldo, da una persona rara, di quelle che ti fanno sentire onorata di poter far parte della loro vita. Lei è quella mano che nei momenti difficili tiene la tua senza stringere troppo, ma la avvolge trasmettendoti sicurezza e forza. Questo basta per farmi sentire oggi fortunata, perché so che le persone così sono merce preziosa.
Condividiamo una storia quasi unica nel suo genere e questo mi rende ancora più orgogliosa della nostra amicizia.
Vorrei essere una fotografa in grado di raccontare quello che sei, ma forse non esiste nessuno così bravo al mondo da poter cogliere questa luce che hai.
Grazie.
Parvis Notre-Dame de Paris, primo Maggio.
Make up: Cristiana Caglieri
Top: Navy Paris