La prima immagine che mi è venuta in mente quando mi è stato proposto questo lavoro, è stata quella di me stessa in un mercatino vintage di Londra: circa 8 anni fa lavoravo come ragazza alla pari in Inghilterra e il fine settimana uscivo a esplorare la città. Ricordo di essermi ritrovata in questo paradiso di borse degli anni 70 e di tenere in mano una Pollini, decidendo se acquistarla o meno. Se una voce in quel momento mi avesse sussurrato che da lì a qualche anno mi avrebbero chiesto di curare la campagna fotografica proprio per quella linea di borse che richiama i modelli degli anni 70, punto primo non ci avrei creduto, punto secondo l’avrei comprata per festeggiare!
Questa esperienza è stata così bella, così perfetta, che chiamarlo “lavoro” mi fa un effetto un po’ strano. Una squadra di 8 persone ha lavorato accanto a me durante tutto il giorno, occupandosi di spostamenti, outfit, make up, hair styling, logistica e tempistica, nel frattempo una romantica Venezia faceva da sfondo alle centinaia di foto che ho scattato quel giorno.
Abbiamo portato a termine il servizio senza nessun intoppo e l’unico imprevisto della giornata è stata la pioggia che ci ha colti al rientro dalla sessione in gondola, uno dei ricordi più divertenti di questa magnifica avventura.
Grazie ancora a tutto il team di ragazzi, è stato un piacere conoscervi e lavorare con voi!
Qui trovate il link sul sito di Pollini, buona visione!
Locations:
Caffè Florian
Libreria Acqua Alta
Baglioni Hotel Luna
Credits:
Model: Lais Botelho
Make up e hair styling: Mara De Marco
Ho centinaia di fotografie, non pubblicate, del viaggio in Thailandia e mentre da poco le riguardavo, mi ha fatto sorridere la quantità di foto che ho scattato ai miei piedi. Sembrerà una raccolta strana e in effetti forse lo è. Non so bene cosa mi spinge ogni volta a fotografare le superfici su cui cammino, ma ne ho tante, non soltanto scattate in Thailandia. Forse è il contatto con la terra, l’atmosfera di quel momento, un modo per ricordarmi che io ero lì, che ci sono stata davvero. A volte invece è semplicemente doveroso fotografare quel pavimento, quella texture o le tracce del passaggio di chissà quanti granchi durante la notte sulla spiaggia.
Le ho messe insieme, rivissuto tutti quei momenti e ad ognuna di queste immagini riesco ad abbinare il ricordo esatto del mio stato d’animo.
Per me, è soprattutto questo che è in grado di fare la fotografia.
Il 13 Marzo alle 23:30 circa, una notifica mi segnala un messaggio di Cristiana. “Spero tu sia sveglia per poter approfittare dei prezzi dei biglietti Cagliari-Parigi che ci sono adesso sul sito”. Lei ancora non sapeva che non avrebbe potuto trovare un momento migliore e più opportuno per mandarmi quel messaggio. La tempistica è stata talmente perfetta che non ho potuto rifiutare il suo invito, quindi ho fatto il biglietto per 5 giorni, senza pensarci due volte, senza esitazione. Ho inserito tutti i dati, completato tutti i campi fino alla conferma della prenotazione. Il 29 Aprile mi sembrava una data lontanissima, sapevo che mi separavano da quel giorno settimane impegnative e così è stato.
Ci siamo incontrate a Porte Maillot, faceva freddo e soffiava un po’ di maestrale e anche se ci eravamo viste una decina di giorni prima in Sardegna, riabbracciarci a Parigi è stato emozionante. Avevamo entrambe voglia di fare tantissime cose, però per me, stare insieme dove insieme non eravamo ancora state, condividere una nuova esperienza, era già il viaggio. Abbiamo trascorso la prima sera a casa, tra chiacchiere e sushi, musica e tisane. La mattina successiva pioveva quindi abbiamo cercato riparo nei negozi degli Champs-Elysée e passato qualche ora a misurare vestiti.
Ho avuto da subito la forte sensazione di “essere a casa”. Fino a quel momento non avevo mai provato niente del genere nei miei precedenti viaggi, ma mentre camminavo sui pavimenti bagnati delle strade di Parigi, accanto a Cristiana, mi sono accorta che era come se io e lei ci fossimo sempre trovate a farlo. Le ho detto che era la prima volta che sentivo una cosa simile e lei mi ha risposto “Si, è vero, non sembra nemmeno di essere a Parigi!”.
Nonostante facessimo tutto senza fretta e non avessimo niente di programmato, siamo state in tantissimi posti e trovato il tempo di fare qualche foto per lavoro.
La città era meravigliosa come sempre e viverla con una persona altrettanto meravigliosa è stato più bello che mai. Ma i nostri discorsi, i nostri silenzi, le nostre risate sono state la parte migliore di quei cinque giorni.
Finalmente ora capisco il significato di una frase che mi capita di leggere spesso:
Home is not a place, it’s a feeling.
Grazie Cri.